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Giovani Animatori dell'Oratorio

"L’animazione non va vista come semplice riempitivo delle attività dell’oratorio, ma costituisce una vera e propria attività educativa con linguaggi, finalità e metodi propri che chiedono di essere opportunamente conosciuti e applicati."
(Note pastorali della Federazione oratori Milanesi)

 

Chi è l’Animatore dell'Oratorio?
Domanda banale, potrebbe dire qualcuno: l’Animatore è “Colui che anima” (Dizionario della Lingua Italiana “Palazzi-Folena”).
Ma cosa significa “ANIMARE”? Sempre nel Dizionario troviamo la seguente definizione: “dal latino animare: "DAR L’ANIMA, INFONDERE IL PRINCIPIO DELLA VITA, RENDERE VIVACE E MOVIMENTATO, ESORTARE, SPINGERE, INFONDERE CORAGGIO, VIVACIZZARSI E ACCALORARSI” (Dizionario della Lingua Italiana “Palazzi-Folena”).

Essere animatore, quindi, è ben diverso dall’essere solamente colui che organizza sport o giochi; non vuol dire fare i baby sitter; non vuol dire guadagnarsi soldi o stima degli altri; non vuol dire fare quello che non si poteva fare quando si era animati;......

Essere Animatori Significa


mettersi a servizio dei ragazzi per aiutarli a crescere,
trasmettendo loro il “principio” della vita:
servire gli altri perché li sento importanti.

 

Questo nostro “ruolo”, o meglio, questa nostra identità, si sviluppa, si perfeziona e si mette in pratica, sviluppando, perfezionando e mettendo in pratica quella grande capacità che è dentro ciascuno di noi e che ci apre alla bellezza della vita: la capacità di amare.


Ciò richiede, però, due importanti caratteristiche:

  • avere raggiunto un certo grado di maturità, o almeno impegnarsi per raggiungerla;
  • stare con i ragazzi, conoscerli il più possibile e amarli per poterli capire.

Cosi animatore è solo chi è disposto a percorrere determinate strade.
Se qualcuno non lo è, si auto-esclude dal gruppo degli animatori e anche se vi rimanesse diventerebbe un peso negativo per tutti.

TUTTI POSSONO ESSERE ANIMATORI E TUTTI POSSONO NON ESSERLO:
DIPENDE DALLA VOCAZIONE E DALLA RESPONSABILITÀ PERSONALE

Risulta chiaro, arrivati a questo punto, che fare l’animatore non è un obbligo, ma una SCELTA.

Non tutte le persone hanno il dono di saper stare con i ragazzi e voler vivere esperienze per loro ed insieme a loro.

Bisogna avere VOLONTÀ di stare a contatto con i più giovani e di viverci in mezzo (“qui con voi mi trovo bene, è proprio la mia vita...” diceva S. Giovanni Bosco).
È indispensabile, proprio per questo motivo, allora, interrogarsi sulle motivazioni che mi spingono a offrirmi per questo servizio.
Il termine “motivazioni” si può trasformare in una duplice domanda:

Perché ho deciso di …?

• Quali motivi ho per …?

Man mano che mi pongo degli interrogativi sulle scelte che faccio, sul perché le faccio, appare sempre più chiara la mia l’identità di persona, cioè chi sono!
Devo pormi, allora, alcune domande: PERCHÉ FARE L’ANIMATORE? CHE ANIMATORE VOGLIO ESSERE? QUALI CARATTERISTICHE DEVO ASSUMERE PER ESSERE UN ANIMATORE?


La risposta, soprattutto alla prima domanda, può essere di vario genere: lo fa il mio amico, c'è il mio ragazzo, mi piace stare con i bambini, mi fa pena il mio prete, non è vero che essere cristiani è una barba, comincio a sentirmi utile nell'oratorio e ho voglia di essere protagonista, mi realizza...
Le cose più belle e più grandi della vita incominciano spesso per gioco, in modo impensato, con le più diverse motivazioni...

Ma correggiamo il linguaggio: non “facciamo” gli animatori…”SIAMO” animatori: l’animazione è uno stile di vita.
È un modo di trasmettere un’esperienza (“i bambini imparano quello che vivono”): è dire con l’esempio che bisogna essere innamorati della vita, vivendola con serenità e gioia, con la voglia di mettersi in gioco, puntando al positivo.

Concludendo, se a me chiedessero “Chi è per te l’Animatore?” risponderei: PER MÈ È:

UN GIOVANE PER I GIOVANI
“Basta che siate giovani perché vi ami”: sono queste le parole scolpite nel cuore di un vero animatore. L’incontro con ogni giovane è indimenticabile. È ai giovani che l’ animatore dedica la propria vita; non si è, infatti, animatori solo per un paio di mesi, ma lo si è per tutta la vita. L’essere animatore deve fare parte del tuo DNA!

ALLEGRO
La gioia che hai dentro deve espandersi a macchia d’olio, contagiando tutti coloro che incontri! “Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”: accogli l’invito di S. Domenico Savio e, come diceva il Beato Giovanni Paolo II, “metti fuoco in tutto il mondo”. Ed ancora, con Papa Francesco: “Siate gioiosi. Non fatevi spegnere il sorriso”!

UNO CHE NON MOLLA MAI
Non sarà sempre “rose e fiori” il tuo servizio: avrai momenti di difficoltà in cui vorrai mollare tutto!!! Ma in quel momento ricorda le parole di Pietro “Signore ho pescato fin’ora e non ho preso niente ma sulla tua parola getterò le reti”. Non sei mai solo: confida nel Signore!

EDUCATORE
L’animatore deve tirar fuori il bene che c’ è dentro ogni ragazzo. Non esistono ragazzi “totalmente” cattivi: in ogni ragazzo c’è un punto accessibile al bene. È questo punto che l’animatore deve scovare per far divenire i giovani a lui affidati “buoni cristiani e onesti cittadini”.

COERENTE
“L’educatore deve aver ben chiaro che a incidere maggiormente non è ciò che dice, bensì ciò che egli stesso è”. Ciò che colpisce maggiormente i ragazzi non sono le belle parole ma il tuo esempio. Rimani sempre saldo ai principi in cui credi: solo così farai breccia nel cuore di ogni ragazzo.

RESPONSABILE
L’animatore è cosciente del compito che gli è stato affidato e fa di tutto per non deludere chi ha avuto fiducia in lui! Sa che ogni suo comportamento può avere conseguenze sui ragazzi quindi agisce sempre con coscienza e intelligenza!

ENTUSIASTA
Colui che si lamenta sempre non può essere un buon animatore! Svolgi ogni compito che ti è stato affidato sempre con entusiasmo e con gioia!
Quando arrivi al Gr.Est. non dimenticare di indossare il sorriso: è il miglior modo per comunicare la gioia che hai e devi avere dentro di te. Non ti lamentare, ad esempio, se fa caldo o se fai attività sotto il sole, ma ricorda la gioia che si prova nel donarsi agli altri.

UMILE
Non crederti già arrivato! Forse è più quello che impariamo dai ragazzi di quello che possiamo offrire… Devi inoltre sapere accogliere volentieri quello che i più esperti ti dicono, sia in positivo che in negativo. Anche tu sei qui per imparare. Non stai dimostrando la tua bravura ma devi servire in modo gratuito e generoso i ragazzi e la comunità. Al centro non dobbiamo mettere noi stessi, ma l’altro. Non vergognarti mai di chiedere un consiglio o un aiuto a chi ha più esperienza.

UN INNAMORATO DI CRISTO
Una condizione indispensabile per essere animatori in parrocchia è essere cristiani e testimoniare l’amore di Cristo: è questo ciò che ci distingue dagli animatori dei villaggi turistici. Il fuoco che arde nel cuore di un animatore è l’amore per Lui! È questo fuoco che accompagna l’animatore in ogni momento del suo servizio!

UN GIOVANE CHE PREGA
Un viaggiatore che deve intraprendere un lungo cammino deve avere la borraccia piena d’acqua: così tu ti devi continuamente dissetare alla sorgente d’Acqua Viva. Prega sempre, instancabilmente, ogni istante, riconoscendo nell’altro il volto di Cristo; ogni tuo atto sia, così, una preghiera.

IN CAMMINO CON GLI ALTRI
Il sole scalda e da vita perché è composto da tanti raggi. L’armonia di un Gr.Est. è data dal lavoro di squadra, dalla comunione di tutti gli animatori. L’animatore non deve mai agire in maniera individuale ma deve sempre aver presente che fa parte di un gruppo.

UNO CHE SA ASCOLTARE
Stando con i ragazzi, devi essere sempre pronto ad ascoltare i loro problemi, senza mai banalizzarli. Ma attento, sarai un giovane veramente disposto ad ascoltare gli altri solamente se sarai capace di fermarti nel tran-tran della tua attività per metterti in ascolto della Parola che Dio ti vuole comunicare ogni giorno.

 

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